Cinque minuti per cambiare la scuola, 18 idee da copiare

Un team di ricercatori dell'università Bicocca di Milano, coordinati da Anna Granata, hanno raccolto esperienze di creatività organizzativa e innovazione educativa per generare cambiamento nella scuola: idee che è «vietato non copiare». Perché oggi cambiare la scuola è «un atto eminentemente politico e necessario», rivendica la professoressa. Ultra legem, non contra legem. Sabina Depretis, che insegna all’IC Fenoglio di Bagnolo Piemontese (Cn), ringraziando «il coraggio» del suo dirigente, ha sintetizzato così il loro laboratorio di italiano come L2, frequentato da bimbi che vanno dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, provenienti da moltissimi paesi diversi, ma con una forte prevalenza di bimbi sinofoni. Lavorano per piccoli gruppi costruiti non i base all’età ma alle competenze linguistiche, senza libro di testo, con attività divertenti. «Qui tutti sanno che c’è la possibilità di sbagliare», dice. Due pomeriggi la settimana, in orario extrascolastico, i bambini restano a scuola per rafforzare la loro conoscenza dell’italiano come lingua dello studio. «Abbiamo sfruttato le opportunità dell’autonomia, guardando al futuro». È una delle esperienze presentate il 1° aprile all’Università Bicocca di Milano al termine del progetto “5 minuti per cambiare la scuola”, promosso dalla professoressa Anna Granata e dal suo team. Una vetrina di esperienze di «creatività organizzativa» realizzate dalle scuole e raccontate in cinque minuti, al motto del «vietato non copiare». L’evento è stato finanziato dalla campagna di crowdfunding Bi-Unicrowd e Fondazione Eos, co-finanziato da Fondazione CRC e patrocinato da Save the Children Italia. Articolo completo di Sara De Carli su: vita.it