Come fare amare la scuola ai ragazzi?

Piccole idee creative e semplici che ci aiutano a rispondere ad una domanda cruciale: Come fare amare la scuola ai ragazzi? Risponde Anna Granata, professoressa di Pedagogia all’Università Milano - Bicocca.Per cambiare il modo in cui bambine e bambini vivono la scuola, restituendo loro motivazione ed entusiasmo, servirebbe un grande cambiamento, ma si può già cominciare con piccole idee creative. Con la loro carica innovativa, queste cambiano la prospettiva sull'apprendimento e migliorano la vita dell'intera comunità scolastica, insegnanti e genitori inclusi. Il progetto "Cinque minuti per cambiare la scuola" dell'Università Milano-Bicocca raccoglie tante esperienze virtuose promosse da scuole di ogni ordine e grado, dalle grandi città alle zone più remote, proposte da insegnanti, ragazzi e genitori, aiutandoci a rispondere alla domanda che dovremmo tutti avere a cuore, ovvero "Come far amare la scuola ai ragazzi?". Si va dall'ora di orto a quella di astronomia in notturna, dal collegio docenti in alta montagna alle brevi pause tra le lezioni, in una collezione di piccoli progetti, inclusivi e a costo zero, che scardinano la mentalità del "Si è sempre fatto così". Consentendo alla scuola di diventare un luogo a misura di bambine e bambini, che vi possono coltivare l'amore per il sapere, apprendendo e crescendo. "Queste buone pratiche di creatività organizzativa nella scuola, possibili grazie all'autonomia scolastica, sono facilmente replicabili perché semplici e a costo zero", dice Anna Granata, professoressa di Pedagogia all'Università Milano-Bicocca e responsabile del progetto. Il team di ricercatrici e ricercatori ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare una conferenza in stile TEDx, con cui rendere visibili e diffondere i micro-progetti grazie alla voce dei loro protagonisti. Inoltre, da settembre 2024 sarà aperta una "call for ideas" con cui selezionare altre esperienze. Abbiamo chiesto alla professoressa Granata di raccontarci cinque esperienze da cui insegnanti e genitori possano prendere spunto. Articolo completo su: nostrofiglio.it